Quante volte si sente parlare di un “secondo cervello”! Quali sono i punti in comune? Ebbene, l’asse intestino-cervello è un sistema di comunicazione bidirezionale tra il cervello ed il tratto gastrointestinale, in cui la serotonina rappresenta un elemento chiave.
La Serotonina è un neurotrasmettitore che è generalmente associato alle funzioni del sistema nervoso centrale come la regolazione dell’umore, dell’appetito, del sonno, del sesso e del dolore. Tuttavia la serotonina cerebrale costituisce solo una piccola porzione del contenuto corporeo totale, in quanto la stragrande parte è localizzata (indovinate un po’?) nell’intestino (90%).
Fu isolata da Vittorio Erspamer nel 1937 proprio dal tratto gastrointestinale a partire dalle cellule enterocromaffini e decenni di studi successivi hanno ormai chiarito che la serotonina agisce modulando la peristalsi, la secrezione di muco, la vasodilatazione, oltre a promuovere la riparazione della mucosa e l’organizzazione delle reti nervose intestinali.
La flora intestinale, detta anche microbiota, è in grado di influenzare la sintesi ed il rilascio della serotonina intestinale, in particolare attraverso la produzione degli acidi grassi a catena corta (es. butirrato) che a loro volta sono sintetizzati a partire dai carboidrati alimentari. Sembra, inoltre, che il microbiota intestinale possa influenzare la motilità del colon regolando i livelli di serotonina che stimolano le reti nervose del nostro “cervello intestinale”.
Numerose evidenze hanno confermato che la serotonina svolge un ruolo rilevante nella modulazione del sistema immunitario. Può indurre, infatti, cambiamenti a livello delle cellule immunitarie ed, a seconda del contesto, può agire come un segnale pro-infiammatorio oppure anti-infiammatorio promuovendo la riparazione della parete intestinale e la resistenza nei confronti dello stress ossidativo. In aggiunta in caso di infiammazione si assiste ad un maggior rilascio e probabilmente ad una più spiccata reattività nei confronti di questo neurotrasmettitore, soprattutto nel caso delle malattie infiammatorie croniche (es. colite ulcerosa, celiachia, morbo di Crohn, diverticolite).