Quanto l’alimentazione sia efficace nel caratterizzare il nostro stato di salute e nel modulare il nostro comportamento risulta in tutta la sua evidenza nel caso dell’autismo.
L’esclusione di glutine, caseina, soia, zuccheri e lieviti come vedremo più avanti, consente di migliorare, a volte drammaticamente, una condizione caratterizzata da depressione immunitaria, sintomi gastrointestinali, iperattività, assenza di relazioni.
La dieta è il primo riferimento di un corretto approccio terapeutico e deve rappresentare per i familiari un’occasione di autoanalisi, finalizzata ad ottimizzare la propria relazione con gli alimenti.
Le conoscenze nel settore della Nutrizione Funzionale, oggi ci confermano che le indicazioni di base per l’alimentazione del bambino autistico sono comunque corrette per i familiari. In altre parole, realizzare un programma alimentare personalizzato consente ai familiari di acquisire un’esperienza soggettiva, che si dimostra preziosa per interpretare e assicurare la qualità dell’alimentazione del bambino oltre a promuovere il proprio stato di salute. Sebbene la causa precisa dell’autismo non sia conosciuta, esistono molte teorie che attualmente legano l’autismo a danni cerebrali neurocognitivi precoci. Disfunzioni immunitarie, esposizione a metalli tossici ambientali, anomalie gastrointestinali, abitudini dietetiche errate ed altri fattori possono interagire con predisposizione genetiche ed influenze ambientali per diventare fattori eziopatogenetici conclamati.
Analizzando il problema ad un livello biochimico è possibile considerare i seguenti fattori:
Autismo e squilibri dei nutrienti base;
Autismo ed amminoacidi;
Autismo e funzione digestiva;
Autismo e permeabilità intestinale;
Autismo ed acidi grassi essenziali;
Autismo e detossicazione;
Autismo ed intolleranze alimentari;
Autismo e dieta.
Autismo e squilibri dei nutrienti base;
Sempre più frequentemente si guarda all’esposizione ai metalli tossici come causa di disfunzione dell’apprendimento e del comportamento nei bambini. Varie ricerche hanno correlato l’esposizione ai metalli, come il piombo ed il mercurio, come condizione in grado di alterare lo sviluppo cerebrale in età giovanissima anche per esposizioni a basse dosi considerate “prive di rischio” come ad esempio l’etilmercurio presente nei vaccini obbligatori.
I bambini sono particolarmente suscettibili agli effetti deleteri dei metalli tossici perché:
Il sistema nervoso in sviluppo è più sensibile.
Per via del loro metabolismo assorbono più rapidamente queste sostanze e le eliminano più lentamente rispetto all’adulto.
La barriera emato-encefalica di un bambino non è ancora completamente formata.
Oltre al mercurio sono considerati importanti fattori causali sia il piombo sia l’antimonio, gli squilibri (non le carenze assolute!) dei minerali traccia sono in grado di alterare la funzione dei vari neurotrasmettitori e produrre cambiamenti marcati del comportamento. I ricercatori hanno trovato mancate carenze di calcio, rame, zinco e cromo nei bambini autistici, in oltre, le carenze minerali rendono il bambino più suscettibile all’assorbimento dei metalli tossici.
Carenze di magnesio sono associate a disturbi dell’attenzione ed iperattività. Secondo l’Autistic Research Institute di San Diego, l’associazione magnesio/vitamina B6 è da considerare uno dei trattamenti più efficaci in termini di miglioramento dei sintomi.
Il protocollo di medicina funzionale prevede l’utilizzo dell’analisi dei minerali/mineralogramma come analisi di base per iniziare la fase uno di terapia.
Autismo ed amminoacidi
Gli amminoacidi sono mattoni proteici necessari per produrre neurotrasmettitori e quindi in grado di influenzare sia l’umore che il comportamento. I seguenti amminoacidi sono quelli più implicati nell’autismo: triptofano, acido glutammico, acido aspartico, fenilalanina, carnosina, 1-metilistidina, la β-alanina, metionina, cistina e taurina.
Autismo e funzione digestiva
I bambini spesso evidenziano segni di infiammazione cronica a livello esofageo, gastrico e duodenale. A causa di carenze enzimatiche molti dei bambini lamentano difficoltà nella digestione ed assorbimento di carboidrati. Queste anomalie sono strettamente legate ai cambiamenti improvvisi di comportamento, irritabilità, aggressività e risvegli notturni.
Anche un mal assorbimento dei lipidi, disfunzioni pancreatiche, ipercrescita batterica, sono dati facilmente riscontrabili nell’autismo.
La valutazione della funzione intestinale viene effettuata mediante tests attualmente disponibili presso alcuni laboratori statunitensi e comprendono: il CDSA (Comprehensive Digestive Stool Analysis); e l’analisi degli acidi organici delle urine (Metabolic Analysis Profile).
Questi esami consentono di rilevare la funzione digestiva, l’assorbimento, la produzione di acidi grassi a catena corta (nutrienti essenziali della mucosa del colon), la flora batterica amica, la flora batterica patogena, eventuali miceti e parassiti. L’esame degli acidi organici consente inoltre di valutare parametri che si riferiscono al metabolismo dei neuromediatori, degli amminoacidi, al ciclo di produzione di energia ed infine al circuito della metilazione-solfazione.
Autismo e permeabilità intestinale
Il concetto di incremento di permeabilità intestinale è la chiave connessa a molte teorie sull’autismo. L’integrità della mucosa intestinale gioca un ruolo critico ad aiutare l’organismo ad assorbire adeguatamente i nutrienti e bloccare le tossine, i batteri, gli allergeni ed altre molecole potenzialmente dannose dal penetrare all’interno della circolazione sistemica.
Una aumentata permeabilità della barriera intestinale è una delle prime conseguenze di una lunga serie di patologie enteriche e comporta l’entrata nel corrente circolatorio di molecole con carica antigenica, che possono dar luogo a reazioni immunitarie generalizzate e comunque impegnano l’attività detossificante del fegato. Se gli anticorpi prodotti contro questi antigeni sviluppano una reazione crociata con tessuti simili dell’organismo, ha inizio una malattia autoimmune. Oggi noi sappiamo che infezioni intestinali da Shigella, Salmonella, Yersina e Campylobacter possono indurre infezioni varie.
Il mal assorbimento è caratterizzato da un’abnorme escrezione con le feci di sostanze grasse (steatorrea), di vitamine liposolubili, proteine, carboidrati, minerali ed acqua.
Cause comuni di mal assorbimento possono essere: insufficienza enzimatica, inadeguata secrezione di sali biliari, accelerato transito, alterazione della mucosa intestinale ed infezioni gastroenteriche. La flora batterica è composta da ceppi resistenti, Lactobacillus Acidophilus nel tenue e Bifidum Bacterium nel colon, che svolgono azioni sinergiche nei confronti di ceppi resistenti.
Fondamentale e strategica è l’azione inibente esercitata dalla flora batterica nei confronti dei microorganismi patogeni, quali batteri (Proteus, Salmonella, Clepsella, Cytrobacter), funghi (Candida), virus e parassiti.
Nei bambini autistici la funzione intestinale è alterata nella grande maggioranza dei casi a causa di disbiosi batteriche, micotiche e parassitarie. L’alterata permeabilità intestinale è utile a comprendere il legame tra autismo e disfunzioni autoimmuni, intolleranze alimentari, squilibri digestivi, ipercrescita batterica e fungina nonché carenze di nutrienti come magnesio, zinco e triptofano.
La Valutazione della permeabilità intestinale viene praticata con la somministrazione di mannitolo e lattulosio. Questi carboidrati non vengono metabolizzati dagli enzimi digestivi e, in condizioni fisiologiche, mentre il mannitolo viene assorbito rapidamente attraverso la membrana dell’enterocita, il lattulosio attraversa in quantità minime le giunzioni intercellulari. Entrambi gli zuccheri vengono testati nelle urine ed il loro rapporto riflette le condizioni di permeabilità e di assorbimento della barriera gastrointestinale. La permeabilità risulta alterata quando il rapporto lattulosio/mannitolo è superiore a 0.02.
Autismo ed acidi grassi essenziali
Sempre più si è consapevoli che gli acidi grassi essenziali, nutrienti critici per lo sviluppo del cervello, possono essere particolarmente importanti per i bambini sofferenti per disturbi dello sviluppo come l’autismo.
Secondo uno studio effettuato su bambini autistici, essi presentavano un 20% in meno di livello di Omega 3 rispetto ad un gruppo di controllo. In particolare il livello di acido decosaexnoico (DHA) risultava inferiore del 23%. Queste carenze provocavano un significativo aumento del rapporto Omega 6/Omega 3, rapporto che deve oscillare tra 1 e 4.
La Nutrizione Funzionale utilizza il dosaggio degli acidi grassi essenziali e metabolici nei fosfolipidi delle membrane cellulari dei globuli rossi.
Autismo e detossicazione
I metalli tossici sono tra le sostanze inquinanti più pericolose e dannose per l’uomo. Non essendo completamente biodegradabili, non in condizioni eccezionali, tendono ad accumularsi nell’ambiente. Entrano nel nostro organismo attraverso cibi, bevande, inquinamento atmosferico e, veicolati dal sangue, si depositano ed accumulano negli organi: ossa, fegato, rene, cervello e sistema nervoso.
I più comuni metalli tossici sono: cadmio, mercurio, piombo, arsenico ed alluminio.
La principale azione dei metalli tossici consiste nel bloccare l’attività di numerosi complessi enzimatici con conseguente danno metabolico ed energetico delle nostre cellule.
Molti bambini autistici presentano valori di metalli tossici superiori alla norma. Ciò non dipende solo da una eccessiva esposizione ma anche da uno squilibrio dei meccanismi biochimici deputati alla detossicazione.
Il processo di detossicazione più alterato nei bambini autistici è la sulfazione di Fase II.
Questo squilibrio rende gli autistici più vulnerabili a sensibilizzazioni multiple e può inoltre spiegare perché si manifestino sintomi quando vengono assunti alimenti contenenti fenoli, tiramina e composti fenilici, normalmente eliminati attraverso la sulfazione.
Autismo ed intolleranze alimentari
Spesso i parenti e gli operatori sanitari dei bambini autistici hanno notato una recrudescenza dei sintomi in relazione all’assunzione di un cibo particolare. Una spiegazione plausibile associa ciò ad una particolare ipersensibilità immunitaria nei confronti di varie sostanze chimiche contenute nei cibi in questione. Difetti del metabolismo di certe sostanze possono attivare una risposta immunitaria in grado di alterare il funzionamento del sistema nervoso centrale.
Glutine e latticini sono gli alimenti più coinvolti nell’autismo.
Autismo e dieta
Il trattamento dell’autismo ha inizio con la dieta, che si avvale di criteri di esclusione e di integrazione.
Criteri di esclusione:
Cereali con glutine;
Latte e derivati;
Soia;
Zucchero;
Lieviti naturali.
Criteri di integrazione includono:
Polivitaminici;
Multiminerali;
Acidi grassi essenziali: Omega 3-6;
Amminoacidi essenziali;
Enzimi digestivi;
Probiotici.
Programma Nutrizionale Integrato 4RDS:
Il Programma Nutrizionale è lo strumento più efficace per promuovere lo stato di salute e richiede una attenzione continua per ottimizzare la personalizzazione attraverso le alterne fasi che caratterizzano il follow-up.
I criteri di questo programma comprendono:
Rimuovere: alimenti allergizzanti, sostanze inquinanti (pesticidi, metalli tossici ecc)
Rimpiazzare: enzimi per le diverse funzioni digestive
Re-introdurre: prebiotici e probiotici (fermenti lattici)
Riparare: la mucosa intestinale mediante sostanze antiossidanti e nutrienti
Detossificare: somministrare nutrienti che promuovono la funzione detossificante dell’intestino e del fegato: vitamina C, vitamina E, glutatione, glicina, acido lipoico.
Stabilizzare: i livelli insulinemici nell’arco delle 24 ore attraverso una alimentazione che rispetta il seguente schema calorico: proteine 30% – carboidrati 50% – grassi 20%.
Dieta priva di Glutine e Caseina (GFCF)
L’eliminazione del glutine e della caseina dalla dieta dei bambini con elevata concentrazioni urinarie dei peptidi specifici può portare a miglioramenti rilevanti nel linguaggio, del comportamento, della capacità di concentrazione e della socializzazione.
Responsabili di tali miglioramenti è la riduzione dell’effetto delle molecole ad azione oppioide sul sistema nervoso. Con l’inizio della dieta priva di glutine e latte vaccino si è osservato, nella quasi totalità dei casi, la comparsa di reazioni comportamentali tipiche da astinenza. Perché la dieta abbia effetto, qualche volta occorre un lungo periodo di tempo, in quanto gli oppioidi rendono difficile al soggetto lo staccarsi dai cibi nei quali sono contenuti, come avviene in tutti gli stati di dipendenza. Certe persone reagiscono male anche al mais, alla soia ed alle uova, andranno quindi valutati tramite esami opportuni (test intolleranze alimentari), quali alimenti devono essere esclusi e quali sono permessi.
Il glutine è una proteina contenuta in alcuni cereali quali frumento, segale, orzo e dei loro derivati (amidi).
La caseina è invece la fosfo-proteina del latte che ha struttura molecolare molto simile a quella del glutine e la si trova nel latte vaccino, nel latte di capra e nei loro derivati. I cibi naturalmente privi di glutine sono molti: verdure, frutta, uova, pesce, carne, legumi, oli vegetali e taluni cereali (riso, grano saraceno, tapioca e mais ad esempio), sono tutti senza glutine.
Sono invece da evitare tutti i cereali che contengono glutine e tutti gli alimenti che li contengono, anche in forma occulta. Si dovranno eliminare il pane comune, la pasta, la pasticceria e tutti i prodotti del commercio (salumi composti, minestre, sughi pronti, carne impanata, ecc.) confezionati con farine o amidi che contengono glutine.
Per quanto riguarda il latte, bisognerà evitare il latte stesso (sia intero che magro) e tutti i suoi derivati (yogurt, formaggio, burro), prestando anche in questo caso molta attenzione anche agli altri prodotti che lo potrebbero contenere (budini, margarine, salumi, ecc.). Andranno inoltre esclusi alimenti che contengono ad esempio latte in polvere, caseinati, proteine del siero.
In sostituzione del latte possono essere utilizzati liberamente prodotti come il latte di riso. Oggi fortunatamente è disponibile una gamma di prodotti alimentari di eccellente qualità, privi di glutine e di latte.
I bambini sottoposti a dieta priva di glutine e latte devono comunque assumere 1 grammo di calcio al giorno per prevenire il deficit di questo minerale; va valutata anche l’eventuale integrazione di altre vitamine e sali minerali.