Benessere intestinale
“Se stai male, rimetti a posto l’intestino” Ancora oggi, anche alla luce di nuove conoscenze, la medicina biologica ritiene essenziale avere un intestino in perfette condizioni. Vediamo perché.
“Se stai male, rimetti a posto l’intestino” Ancora oggi, anche alla luce di nuove conoscenze, la medicina biologica ritiene essenziale avere un intestino in perfette condizioni. Vediamo perché.
Ma, risultano fondamentali anche altri possibili indizi di una cattiva funzionalità intestinale, che solo in apparenza possono sembrare non collegabili, quali problematiche di pelle, capelli, stanchezza, infezioni e infiammazioni ricorrenti, emicrania cellulite, ecc. .
Le funzioni che l’intestino svolge sono stupefacenti: da un lato infatti è un organo di assorbimento dei nutrienti, ma dall’altro costituisce una barriera fisica e immunitaria al passaggio di tossine, microrganismi, cibi indigeriti e proteine allergizzanti.
Attraverso l’intestino vengono assorbiti non solo i nutrienti principali, ma anche vitamine e minerali necessari agli enzimi, i responsabili di tutte le reazioni biochimiche che avvengono nell’organismo. Se l’efficienza intestinale non è perfetta, l’assimilazione di questi micronutrienti diventa problematica e gli enzimi non riescono a svolgere le loro funzioni. In tal caso, anche se la nostra alimentazione è sana, non riusciamo a ricavare dal cibo quel che ci serve per stare bene.
Inoltre la mucosa intestinale, in alcune circostanze, può non essere del tutto impermeabile alle tossine, che riescono così a penetrare nel circolo ematico e da qui a diffondersi in ogni parte del corpo, producendo un ampio ventaglio di conseguenze negative.
Può quindi verificarsi una situazione paradossale, per la quale le tossine intestinali e i prodotti di scarto vengono assorbiti, mentre le sostanze utili non sono assimilate a sufficienza, condizione che ci predispone a disordini immunitari, malattie acute e processi cronici e degenerativi.
a) Cattiva masticazione, alimentazione non corretta ed errate combinazioni alimentari, che ostacolano i processi digestivi e permettono al cibo indigerito di arrivare nell’intestino crasso, ove scatena reazioni infiammatorie e provoca disbiosi (sostituzione delle normali popolazioni batteriche benefiche da parte di altre dannose), che a sua volta rende sempre più difficile la digestione. I cibi mal digeriti infatti, in presenza di disbiosi, vanno incontro a fenomeni fermentativi e putrefattivi, che portano alla liberazione di sostanze quali cadaverina e putrescina (sic!), provocano dolori e fanno nascere disturbi nei più disparati distretti corporei.
b) Reazioni di ipersensibilità ad alcuni cibi.negli ultimi anni il numero di persone che presentano malesseri legati a intolleranze alimentari è aumentato in maniera rilevante. Le intolleranze alimentari sono una delle ragioni principali alla base della maggior parte dei disturbi non diagnosticati nei soggetti considerati “sani”, oltre che parti in causa nella genesi di diverse malattie croniche. Limitandoci al tema in esame, le intolleranze conducono velocemente a disbiosi, sono una delle principali cause di malassorbimento e possono provocare gravi lesioni alla mucosa intestinale.
c) Turbe emozionali Cervello e apparato gastrointestinale sono profondamente connessi dal punto di vista neurologico: I fattori psico-emotivi influenzano anche la motilità della muscolatura intestinale, provocandone iperfunzione (che porta a diarrea) o ipofunzione (che determina stipsi).
Non solo il cervello agisce sull’intestino, ma è vero persino il contrario: molti neurotrasmettitori, come la serotonina (il “neurotrasmettitore del buonumore”), sono prodotti anche nell’intestino; in caso di disfunzionalità intestinale, la formazione di neurotrasmettitori ne risente e possono manifestarsi disturbi del comportamento.
d) Stipsi. È sia causa che effetto del malessere intestinale. Il rallentamento del transito del materiale fecale determina un incremento anche notevole della tossicità e del passaggio delle tossine attraverso la mucosa.
e) Assunzione di alcuni farmaci, oltre a provocare disbiosi, a interferire con le funzioni della barriera intestinale e a renderla più porosa, promuovono la moltiplicazione oltre misura di lieviti naturalmente presenti nell’intestino, quali la candida(Candida albicans), soprattutto in presenza di un sistema immunitario già indebolito.
Gli esiti di tutto ciò, in buona sostanza, sono quelli a cui accennavamo: presenza eccessiva di tossine nell’intestino e lesioni nella mucosa, le quali, aumentando la permeabilità intestinale, permettono l’anormale passaggio di sostanze e tossine dall’organo digestivo al sangue.
In merito all’eccesso di tossine, oltre a quelle che introduciamo quotidianamente con cibo e acqua, nell’intestino si ritrovano le tossine endogene prodotte dai batteri nocivi eventualmente presenti.
Danneggia direttamente le cellule intestinali, provoca alterazioni del transito con putrefazione, fermentazione, produzione di alcol e gonfiore, altera la risposta immunitaria e genera metaboliti tossici che possono essere assorbiti dal corpo. Certi microrganismi addirittura trasformano in cancerogene diverse sostanze innocue dei cibi e dei secreti del fegato. Alcuni metaboliti batterici provocano inoltre problemi neurologici, poiché mimano l’attività di certi neurotrasmettitori (le molecole mediante le quali funziona il sistema nervoso), provocando alterazioni del comportamento, ansia e depressione.
Le tossine batteriche non smettono di fare danni nemmeno quando sono distrutte: infatti il fegato, per neutralizzare l’ingente carico tossinico, deve impegnare molti dei suoi enzimi di detossificazione, con conseguente aumento della produzione di nocivi radicali liberi e affaticamento di questo prezioso organo, già impegnato nell’eliminazione delle tossine ambientali (inquinanti, alimenti, farmaci, ecc).
Il problema della tossicità si aggrava se è accompagnato da lesioni della sottilissima barriera rappresentata dalla mucosa intestinale. Quando compare un’eccessiva porosità della mucosa, il passaggio dall’intestino al resto dell’organismo di sostanze che normalmente non penetrano aumenta in maniera drammatica. In tal caso, oltre a una maggior quantità di tossine, entrano nel corpo anche batteri e allergeni alimentari, che in primo luogo determinano un ulteriore sovraccarico epatico e una modificazione della risposta immunitaria.
Per ottenere questo risultato, è necessario comprendere cosa vi sia all’origine della disarmonia intestinale, pur tenendo presente che ognuno di noi è un caso a sé e che non esistono trattamenti standardizzati , è possibile ipotizzare la compartecipazione a ogni squilibrio dell’intestino di due fattori principali: l’alterazione della normale flora batterica ivi residente (disbiosi) e la presenza di intolleranze alimentari che possono squilibrare, anche notevolmente, la fisiologica funzionalità intestinale.
Due fenomeni che, per di più, sono in grado di influenzarsi reciprocamente in senso peggiorativo.