Gli organi emuntori sono deputati all’eliminazione del materiale di scarto dell’organismo e, più precisamente, includono: il fegato, i reni, l’intestino, la cute ed i polmoni.
Nel corpo transitano innumerevoli quantità di tossine di origine sia esogena (virus, batteri, tossine alimentari, farmaci, metalli pesanti sostanze inquinanti) che endogene come i prodotti intermedi dei processi metabolici. Queste tossine possono seguire due destini: da una parte sono elaborate dagli organi emuntori, mentre dall’altra, vengono depositate nella matrice mesenchimale, che è il punto di arrivo e partenza delle informazioni nervose, immunitarie ed endocrine. Da qui le tossine e le scorie metaboliche sono trasportate dal sistema linfatico per essere poi convogliate verso i differenti organi emuntori, la cui funzionalità è dirimente nella successiva fase di eliminazione.
Una condizione ottimale di salute dipende non solamente dall’introduzione dei corretti elementi nutritivi, ma anche della capacità di eliminare le sostanze indesiderate. Quando si verifica un ristagno delle sostanze di scarto si possono originare una cascata di sintomi eterogenei, tra cui è possibile citare:
- Palpebre gonfie, naso chiuso, lingua patinosa, vista offuscata, alitosi, mal di testa, problemi cutanei, dolore addominale e malessere generale
- Confusione, memoria labile, mancanza di concentrazione
- Alterazioni del tono dell’umore
L’organismo è un sistema di flusso dinamico la cui salute dipende dall’equilibrio tra l’introduzione, la trasformazione e l’escrezione finale delle sostanze di rifiuto. Qualora questo meccanismo è malfunzionante può instaurarsi un circolo vizioso dove l’eccessivo e progressivo accumulo di tossine determina il rallentamento delle attività degli stessi organi emuntori.
Il fegato è l’organo centrale del processo di detossinazione la cui funzionalità dipende da un sistema complicato di reazioni chimiche, che trasformano le sostanze tossiche in altre meno nocive per l’organismo. Se perfettamente funzionante quest’organo riesce a metabolizzare fino al 98% delle tossine attraverso reazioni di detossinazione (metilazione, acetilazione, glucuronazione, solfatazione, sulfossidazione) ed eliminazione. Più precisamente è possibile suddividere il processo di detossinazione epatica in due passaggi: reazioni di fase I e II. La prima modifica chimicamente le tossine in molecole intermedie che possono essere processate dalla fase II. Le sostanze finali, infine, possono essere escrete dai reni nelle urine oppure dal fegato attraverso l’intestino e le feci.
Qual è il modo migliore per liberarsi dalle tossine? Innanzitutto evitare che entrino all’interno dell’organismo! Un percorso di detossinazione non può prescindere da un intervento nutrizionale in modo tale da ridurre l’introduzione delle tossine alimentari (microrganismi patogeni, additivi ed inquinanti), modificare gli squilibri metabolici e rifornire l’organismo di tutti i micronutrienti indispensabili per le suddette funzioni, non da ultimo le molecole naturali dotate di proprietà diuretiche. A questo riguardo il ruolo dei reni nel mantenere costante sia il volume che la composizione ematica è fondamentale e permette che le tossine idrosolubili siano espulse nel più breve tempo possibile dall’organismo. Concludendo, un percorso di detossinazione deve tener conto non solo delle capacità di metabolizzare le sostanze nocive, ma anche di poterle eliminare attraverso il sistema drenante, che rappresenta una funzione essenziale per consentire al corpo di ritrovare la propria efficienza fisiologica.